sabato 1 giugno 2013

"IL BUE CHIAMA CORNUTO L'ASINO! "

Non bisogna risalire a tempi antichi o cercare in paesi lontani per sapere del detto "IL BUE ( che ha le corna) CHIAMA CORNUTO L'ASINO!" (che "le corna non le ha"). Il detto ha una coniazione più o meno individuabile, nel tempo e nel luogo, per esempio partendo da certe mie reminiscenze liceali e di frequentazioni amichevoli (di molti, tanti anni fa, ahimè!) in quel di Eboli. Però con una certezza consolidata: è un detto che non appartiene sicuramente alla gente di Battipaglia. Ma questo non significa voler emettere un giudizio sulla genesi territoriale del detto. Però è stuzzicante saperne la provenienza, le ascendenze, le discendenze, le similarità, le proprietà personali... di chi si immedesima nel bue, dimenticando (di proposito) di avere quell'attributo fisico che imputa al povero asinello. Serve, a mio avviso, e per non dimenticare, a capire ancora una volta come quasi sempre (togliamo il "quasi"!)  "il bue che è cornuto per natura chiama cornuto l'asinello che pure le corna non le ha!". Ma perchè "il bue ecc ecc ecc... (anche se repetita iuvant. lassamo perde!)". Si potrebbe rispondere in maniera semplicistica e cioè che "il bue punta l'indice sul povero asinello che le corna non le ha affatto per distrarre l'attenzione dalle proprie risapute (perchè naturali) corna.." (maniera eufemistica per parlare di...corna non nel senso della vulgata popolare). Mi dicevano i miei amici e compagni di liceo dell'epoca (molto lontana, e dalli!) che questa sorta di pratica aveva pagato in molti settori della loro città. Specie in POLITICA. Aggiornandomi (da Eboli) nel corso degli anni con esempi dell'utilità che il detto aveva poi portato a più di un loro compaesano. Specie in POLITICA. Così mi è stato sempre più facile individuare "il bue cornuto che chiama cornuto l'asino che invece corna non ha.." anche nella mia città. Dove il detto è stato importato e usato da ben noti personaggi per distrarre cittadini ignari dal vero portatore (bue) di corna (eufemismo ribadito). A Battipaglia insomma il "DETTO" c'è stato e viene praticato ancora oggi. Per quanto mi riguarda grazie alle antesignane indicazioni dei miei amici e compagni di studi di Eboli (di tanti anni fa, ridalli!) quando nella mia città compaiono i cosiddetti "censori" con il dito moralizzatore puntato, mi scatta di riflesso il famigerato detto: " Ecco il bue cornuto che ha le corna che chiama cornuto l'asinello che le corna non le ha... per distrarre l'attenzione della gente". Quando poi nella mia città sono tra l'altro certe carte ben conosciute a vestire abusivamente i panni del moralizzatore allora non ho dubbi di sorta e non ho bisogno di aspettare... So già infatti chi è il bue e chi è l'asinello. So già chi tra i due ha le famigerate corna (eufemisticamente parlando!) e quali gli scopi che intende perseguire. 
e chest' è!

1 commento:

  1. In questa nostra odierna società faccio davvero fatica a identificare asinelli, che pure ci saranno, in un modo o nella'altro, ma di certo non hanno vita facile. Renato caro, qui non viviamo in una metropoli per cui ciò che ognuno fa resta evidente agli occhi della nostra comunità e quasi mai cade nel dimenticatoio proprio grazie a questo sport diffuso... puntare il dito. Ora quel che non manca in questo paese è " a faccia tost" caratteristica prevalente dei nostri buoi. Sarà faccia tosta ma anche grande mancanza di dignità e soprattutto rispetto per l'intelligenza altrui e forse miopia intellettuale e morale. ma carissimo amico mio, "ca nisciun è fess" i buoi rimangono buoi e gli asinelli restano asinelli fino a dimostrarne il contrario. altra concezione pure diffusa è che se si è in tanti ad assumere un certo atteggiamento allora .... è normale, NO! se c'è un tizio che ruba è un ladro, se rubano in tantissimi abbiamo tantissimi ladri e di certo non è normalità! ciao caro.
    Catia Ranieri

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